Esame coprologico con tecnica di Baermann

Esame coprologico con tecnica di Baermann

Questo esame serve per isolare le larve dei principali nematodi cardiopolmonari del cane e del gatto eventualmente presenti nei campioni fecali.

Esame coprologico con tecnica di Baermann: il test che può salvare la vita a cani e gatti!

Questo esame serve per isolare le larve dei principali nematodi (conosciuti, comunemente come vermi “tondi”) cardiopolmonari del cane e del gatto eventualmente presenti nei campioni fecali: esempi tipici sono Angiostrongylus vasorum nel cane e Aelurostrongylus abstrusus nel gatto.

Angiostrongylus vasorum è un parassita diffuso in tutta Italia ed il cane si infesta, per lo più, ingerendo gasteropodi terrestri (chiocciole o lumache). Le larve di primo stadio raggiungono alveoli e bronchi, perforano (reazione infiammatoria granulomatosa) i capillari polmonari, risalgono l’albero bronchiale, migrano in trachea per essere poi deglutite ed eliminate in maniera intermittente con le feci. Le deiezioni infette vengono poi assunte dai gasteropodi ed il ciclo ricomincia.

È una patologia emergente, così come Aelurostrongylus abstrusus, non solo in Italia ma anche in gran parte dell’Europa.

I sintomi, tendenzialmente aspecifici (al pari di Leishmania infantum, è conosciuta come la “grande imitatrice”), possono perdurare nel tempo ed avere una progressione lenta (malattia cronica), oppure un’evoluzione rapida (patologia a decorso acuto) o addirittura, nel 36% dei casi, un andamento subclinico (detto di affezione che non dà luogo allo sviluppo di segni clinici) per mesi o anni.

I motivi per i quali il proprietario porta più frequentemente il “miglior amico dell’uomo” dal veterinario sono la facile affaticabilità, le turbe della coagulazione (sanguinamento da occhi, gengive, naso …) e la tosse. In generale possiamo dire che l’angiostrongilosi è una patologia caratterizzata da manifestazioni cardio-respiratorie associate a turbe della coagulazione e/o ad altri segni clinici (crisi simil epilettiche, offuscamento dei sensi, dimagramento, diarrea…), spesso mortali (D. Traversa, 2022).

Esistono tipologie di cani maggiormente predisposte (da tartufo, indole vivace e curiosa) all’angiostrongylosi come randagi, labrador, golden retriever, beagle, bull terrier e pitbull, soprattutto sotto i 2 anni, oppure soggetti che soffrono di patologie che inducono polifagia (ingestione di una sproporzionata quantità di cibo per esagerazione patologica del senso di fame) come il malassorbimento intestinale o il diabete mellito.

Aelurostrongylus abstrusus è il parassita respiratorio del gatto più diffuso al mondo, Italia compresa. La via di trasmissione principale vede l’ingestione di rettili, uccelli e piccoli roditori infestati, definiti “ospiti paratenici”, nei quali la forma larvale di questo nematode non si sviluppa ma rimane viva e vitale. Dopo l’assunzione dell’”ospite paratenico”, trascorrono circa 4-5 settimane prima che il parassita maturi e si riproduca eliminando le larve in ambiente esterno tramite le feci del gatto (“Parassitologia clinica del cane e del gatto”, D. Traversa e L. Venco, PVI, 2018.). I vermi adulti si localizzano nella parte profonda dell’apparato respiratorio del felino, in particolare a livello di bronchi, bronchioli e dotti alveolari.

Tutti i soggetti che hanno la possibilità di cacciare sono dunque a rischio, anche quelli che hanno accesso ad ambienti esterni come il balcone o il tetto (D. Traversa, 2023). Nella maggior parte dei casi i segni clinici sono lievi o addirittura assenti. Tuttavia, a seconda della carica parassitaria, dell’età del gatto e dell’efficienza del suo sistema immunitario, la malattia può diventare non solo clinicamente manifesta, ma anche potenzialmente mortale (D. Traversa, A. Di Cesare, M. Colombo, 2023).

La sintomatologia, quando sussiste, è prevalentemente respiratoria: starnuti, tosse, scolo nasale, aumento  della frequenza degli atti respiratori (tachipnea) e dispnea sono i segni più comuni.

Come già accennato, il test di Baermann rappresenta l’esame gold standard (elettivo) per entrambe le parassitosi: viene condotto sulle feci e consente di rilevare e identificare le L1 vive e vitali. A questo proposito, è bene ricordare che sarebbe bene prelevare il campione dalla lettiera o da un pavimento pulito/asciutto, immediatamente dopo l’emissione. Nel caso in cui le feci vengano raccolte dal terreno, è importante portare al veterinario la parte più superficiale non contaminata. Soprattutto per A. abstrusus, è necessario portare 3 campioni di feci raccolti in 3 tre giorni consecutivi o nell’arco di una settimana, in quanto la presenza delle larve nelle deiezioni può essere incostante.

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